Le cause della crisi - sintomatologia
Nel post di oggi cercherò, succintamente di individuare quali possono essere le cause che influiscono negativamente sull'equilibrio dell'impresa e ne compromettono il suo funzionamento.
Le cause economiche.
Gli elementi che maggiormente minano il normale andamento dell'impresa vengono individuate tra gli elementi che di norma caratterizzano il funzionamento costi/ricavi e delle entrate/uscite.
L'equilibrio dell'impresa, pur essendo condizione multi-forze che agiscono all'interno della stessa, ha come momento anteriore per l'analisi delle principali cause che hanno portato alla c risi dell'impresa, quella a carattere economico.
L'equilibrio è economico è pertanto l'uguaglianza tra costi e ricavi; tale condizione, ovviamente, rappresenta l'espressione finale.
La composizione di tali voci, pertanto, risulta composta da una serie di fattori che finiscono con il determinare sia l'equilibrio che lo squilibrio e, col perdurare, la crisi. Un'analisi attenta degli indicatori dell'equilibrio economico, è utile individuare quali sono gli elementi negativamente vanno ad influenzare tale equilibrio.
Un indicatore a cui si fa specifico riferimento è il ROE, che rappresenta l'indice di redditività del capitale proprio e contiene in sé anche gli altri indicatori di redditività delle singole gestioni.
Per coloro meno dentro alla materia è sufficiente che rilevino il dato che trovano a bilancio sotto la voce Utile al netto delle imposte e lo rapportino al patrimonio netto ( ovvero al capitale sociale maggiorato delle riserve).
I fattori, pertanto, che influenzano il ROE sono: la redditività del capitale investito (a sua volta scomposta tra redditività delle vendite ed il tasso di rotazione del capitale investito), il tasso di indebitamento, il costo dei mezzi di terzi ed il tasso di incidenza della gestione extracaratteristica. Ognuno di questi ratios risulta composto dalle voci di costi e di ricavi che formano il Conto Economico, per cui qualsiasi valore in esso presente andrà ad influenzare la redditività complessiva e, di conseguenza, eventuali squilibri.
Spesso troviamo aziende portanti come risultato d'esercizio una perdita, in questo caso tale risultanza porterà l'indice con segno negativo a significare altresì che tale perdita andrà in percentuale ad erodere il nostro patrimonio netto.
Molti bilanci di aziende vengono spesso "aggiustati" così da portare questo risultato d'esercizio ad un valore positivo, così facendo alterando l'analisi critica e preventiva. Il più delle volte, questi "aggiustamenti" sono facilmente rilevabili a seguito dell'emergere di anomalie su altri indici.
Questa operazione di alterazione del risultato d'esercizio, che ricordo essere del tutto contraria alle direttive imposte dalla legge e dai principi contabili, come ad esempio spesso si riscontra con l'aumento del valore delle rimanenze a magazzino, col porre poste a bilancio fatture da emettere con ricavi di non competenza del periodo, con l'applicazione di aliquote ridotte per ammortamenti o capitalizzazioni di costi del tutto fantasiose, o ancora non rilevare perdite su crediti ormai certi ecc..., viene attuata spesso dalle imprese, messa in atto proprio per alterare tale indice favorendo così un'analisi con valutazione più positiva da parte del sistema creditizio , banche e creditori in generale, per non avere preclusa l'opportunità di continuare ad operare con una certa linearità.
Tutto questo ovviamente stride col voler cercare, con la massima trasparenza, quali siano le cause che hanno portato ad una tale situazione di squilibrio, bisogna pertanto che il consulente attento attui preventivamente un riesame dei dati di bilancio ed apporti ad esso le dovute rettifiche, diversamente rischierebbe di dare indicazioni, seppur in buona fede, diverse da quelle cui l'azienda ha necessità di ricevere...una medicina sbagliata ad una malattia in parte nascosta.
Le cause finanziarie.
L’equilibrio particolare da cui dipende la situazione di crisi dell’ impresa come abbiamo appena accennato è quello economico; esso, tuttavia, è strettamente correlato all’andamento finanziario.
L’equilibrio particolare da cui dipende la situazione di crisi dell’ impresa come abbiamo appena accennato è quello economico; esso, tuttavia, è strettamente correlato all’andamento finanziario.
E’ necessario, quindi prendere in esame anche questo aspetto.
Quali sono i fattori di natura finanziaria che possono scatenare una crisi?
In primis, decretano lo squilibrio tra entrate ed uscite, che rappresenta la condizione prima dell’equilibrio economico.
Generalmente, le situazioni che configurano uno squilibrio finanziario sono individuate nelle seguenti:
1) grave carenza di mezzi propri e corrispondente prevalenza di mezzi di terzi (eccessivo ricorso al leverage);
2) marcata presenza di indebitamento a breve rispetto alle altre tipologie di fonti;
3) mancanza di omogeneità tra fonti di finanziamento ed impieghi (gli investimenti a lungo termine vengono finanziati da fonti a breve e viceversa);
4) insufficienza o scarsezza di riserve di liquidità;
1) grave carenza di mezzi propri e corrispondente prevalenza di mezzi di terzi (eccessivo ricorso al leverage);
2) marcata presenza di indebitamento a breve rispetto alle altre tipologie di fonti;
3) mancanza di omogeneità tra fonti di finanziamento ed impieghi (gli investimenti a lungo termine vengono finanziati da fonti a breve e viceversa);
4) insufficienza o scarsezza di riserve di liquidità;
5) scarsa o nulla capacità dell’impresa di contrattare le condizioni dell’indebitamento;
6) difficoltà a rispettare le scadenze relative a pagamenti verso fornitori o enti.
La composizione del dedito è senza dubbio il fattore che maggiormente incide sulla gestione finanziaria dell’impresa ( capitale proprio o di terzi).
6) difficoltà a rispettare le scadenze relative a pagamenti verso fornitori o enti.
La composizione del dedito è senza dubbio il fattore che maggiormente incide sulla gestione finanziaria dell’impresa ( capitale proprio o di terzi).
In termini di indici, lo squilibrio finanziario si manifesta in:
- rigidità eccessiva degli investimenti con una forte prevalenza delle immobilizzazioni che indica un’esposizione al rischio dell’impresa a fronte di particolari turbolenze ambientali;
- forte indebitamento aziendale, segnale di rischio finanziario, particolarmente grave se definito da una prevalenza del debito a breve termine;
- il capitale circolante netto (pari alla differenza tra attività e passività correnti), che costituisce una prima misura della solvibilità a breve termine dell’impresa, se di segno negativo evidenzia che la copertura di parte dell’attivo immobilizzato avviene mediante poste del passivo corrente;
Posso tranquillamente affermare che la quasi totalità delle nostre PMI soffre di questi aspetti, essendo quasi tutte prive di adeguato capitale proprio, così facendo indebitandosi verso il sistema banche e fornitori oltre il livello di guardia. Nei momenti di crisi del sistema economico globale, a maggior ragione queste realtà imprenditoriali vengono a trovarsi in condizioni di maggior difficoltà, contraendosi le linee di affidamento e con l’incremento dei tassi, la forbice si stringere a tal punto da rischiare di venire tagliati fuori dall’intero ciclo economico – produttivo.
Le cause patrimoniali.
Connesse alle cause di crisi economiche e finanziarie, sono quelle patrimoniali.
Abbiamo già fatto cenno che le cause di eventuali dissesti di origine patrimoniale, il più delle volte vanno ricercate nella composizione e nella struttura del patrimonio, in particolare per quanto riguarda la consistenza del capitale proprio.
A tale scopo, si riportano di seguito due indici che riguardano la struttura del patrimonio.
La struttura del patrimonio, in genere, è analizzata principalmente tramite due differenze:
La struttura del patrimonio, in genere, è analizzata principalmente tramite due differenze:
a) il margine di struttura (pari alla differenza tra capitale proprio e attivo fisso) che appare fortemente negativo a causa di un capitale proprio basso e da una accentuata esposizione debitoria a cui è stato necessario far fronte (tale situazione è detta di sottocapitalizzazione);
b) il margine di tesoreria (pari alla differenza tra liquidità immediate e differite e il passivo corrente) esprime la capacità dell’impresa di far fronte al pagamento dei debiti a breve mediante attività circolanti liquide; esso può essere negativo, senza che ciò comporti squilibri, ed evidenziare andamenti naturalmente variabili nel corso della vita dell’azienda. Il suo andamento, tuttavia, va monitorato assieme a quello del margine di struttura, al fine di verificare la eventuale presenza di situazioni patologiche a livello finanziario o patrimoniale.
Dopo questa breve carellata non dobbiamo scoraggiarci di fronte ai risultati perchè come diceva Albert Einstein " Non tutto ciò che può essere contato conta. Non tutto ciò che conta può essere contato."
Impresa - Ripresa con Stile Consulting
Giovanni Prati
Giovanni Prati
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